a cura della Dott.ssa Assunta Russo, socia AINC
"Anche gli alimenti hanno la loro “carta d’identità”: è l’etichetta".
È così che l’Avv. Dario Dongo, esperto di diritto alimentare internazionale e giornalista, fondatore di WIISE (FARE – GIFT – Food Times) e cofondatore di “Il Fatto Alimentare”, esordisce in occasione del 2° Webinar di Nutrizione in cucina dell’Associazione Italiana Nutrizionisti in Cucina (AINC).
Un tipico consumatore si trova al supermercato a fare la spesa ignaro di tutto il processo che porta quei prodotti alimentari sugli scaffali davanti ai sui occhi, ma quali informazioni può ottenere sul prodotto che sta per comprare se non leggere quello che è scritto sulla confezione? È così che l’etichetta si configura come quello strumento informativo e anche di marketing capace di comunicare particolari requisiti dell’alimento e di orientare talvolta le scelte di acquisto del consumatore.
Come viene regolata l’etichettatura degli alimenti?
Si definisce etichettatura "qualunque menzione, indicazione, marchio di fabbrica o commerciale, immagine o simbolo che si riferisce a un alimento e che figura su qualunque imballaggio, documento, avviso, etichetta, nastro o fascetta che accompagna o si riferisce a tale alimento". Il riferimento normativo di questa definizione è il Regolamento (UE) n. 1169/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 ottobre 2011 relativo “alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori”.
Se infatti l’etichettatura degli alimenti deve fornire un supporto fondamentale al consumatore finale, risulta chiaro di come tali etichette debbano riportare una serie di informazioni obbligatorie per legge.
«Tale regolamento nasce per armonizzare e dare un riferimento simultaneamente valido per tutti gli Stati membri dell‟UE» afferma Dongo e riguarda qualsiasi alimento destinato al consumatore.
Indicazioni nutrizionali e sulla salute (CLAIMS)
Per favorire scelte alimentari più consapevoli e proteggere la salute dei consumatori, è stato definito il Regolamento (C E) n. 1924/2006 che disciplina le indicazioni nutrizionali e sulla salute (CLAIMS) proposte sulle etichette degli alimenti e/o con la pubblicità. Ci sono sempre più prodotti alimentari che si vantano portatori di vantaggi sul piano della nutrizione, spesso in maniera fuorviante, motivazione per cui è stata necessaria l’introduzione di una normativa a riguardo. Se da una parte l’ indicazione sulla salute è “l’indicazione che afferma, suggerisce o sottintende l’esistenza di un rapporto tra una categoria di alimenti, un
alimento o uno dei suoi componenti e la ” salute”, dall’altra invece indicazione nutrizionale è “ qualunque indicazione che affermi, suggerisca o sottintenda che un alimento abbia particolari proprietà nutrizionali benefiche, dovute all’energia (valore calorico) che apporta, apporta a tasso ridotto o accresciuto o non apporta; e/o alle sostanze nutritive o di altro tipo che contiene, contiene in proporzioni ridotte o accresciute o non contiene ”.
I claims salutistici devono essere basati su evidenze scientifiche ed è prevista una procedura di autorizzazione di tali indicazioni da parte della commissione UE in collaborazione con l’ l’EFSA (European Food Safety Authority).
Nonostante l’utilità di queste informazioni, i consumatori tuttavia possono decodificarle ed assimilarle in maniera differente.
In alcuni casi infatti, il consumatore potrebbe percepirle come utili e importanti ,oppure decidere di ignorarle nelle proprie scelte di acquisto, legate oltretutto ad abitudini routinarie o motivazioni personali. Anche la comunicazione e l’immagine del prodotto giocano un ruolo decisivo nei comportamenti d'acquisto e sono correlate allo stile e contenuto del messaggio nutrizionale, elementi importanti dell’etichettatura .
Informazione scorretta ed ingannevole
In generale, le informazioni devono essere precise, chiare e facilmente comprensibili per il consumatore e quindi non devono indurre ad inganno. Si è dato vita ad un vero e proprio impianto di sanzioni correlate alle violazioni in materia di etichettatura alimentare. «Accanto a quelle del Reg. UE n.1169/11, andrebbero considerate anche altre norme presenti nel Codice del consumo», conclude Dongo. .
In un mercato sempre più competitivo si deve guardare con maggiore attenzione ai bisogni dei consumatori. In un contesto sempre più complesso si inquadra la legislazione alimentare; è determinante fare in modo che i consumatori percepiscano le informazioni riportate in etichetta come utili e siano in grado di comprenderle, così da effettuare scelte sempre più consapevoli durante l’atto di acquisto degli alimenti che consumano.
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