L'attenzione verso l'ambiente e la sostenibilità sta diventando sempre più rilevante nel settore culinario. L'idea di adottare pratiche "green" in cucina è diventata una tendenza diffusa, ma spesso siamo di fronte a una semplice retorica senza azioni concrete.
Agire davvero per ridurre l'impatto ambientale nella nostra cucina quotidiana, ecco la prima mossa da fare. È tempo di tradurre le buone intenzioni in azioni tangibili e fare la differenza nella nostra cucina e nel mondo che ci circonda.
Da anni è iniziato un percorso di consapevolezza più profonda riguardo a ciò che mangiamo e al nostro impatto sull'ambiente. L'inizio di un viaggio che, se intrapreso con impegno e dedizione, ci condurrà a uno stile di vita più sano soprattutto in cucina.
È sorprendente pensare che alcuni nutrizionisti e ancor più che molti chef non abbiano le conoscenze scientifiche per portare a tavola salubrità e sostenibilità. Riconosco la gravità di questa approssimazione e per questo la volontà di "tentare e vedere come va" non è sufficiente. Tuttavia, come nutrizionista e presidente dell’Associazione Italiana Nutrizionisti in Cucina, credo fermamente che sia nostro compito scrivere linee guida, procedure e protocolli. Questa è la nostra responsabilità come nutrizionisti ancor più come nutrizionisti in cucina
Molte aziende si fanno vanto di produrre prodotti sostenibili, salutari, ma lo sono veramente?
Sostenibilità e salubrità sono concetti assai complessi che coinvolgono diversi aspetti. Nel contesto della cucina, ci si riferisce all'uso di ingredienti freschi, non processati e provenienti da fonti sostenibili. Ma che vuol dire nella pratica sono in pochi a saperlo.
Per contribuire ad un sistema alimentare che rispetta l'ambiente e la biodiversità dobbiamo sapere quali scelte compiere; la salubrità non può essere definita in modo univoco, ma richiede una valutazione completa che consideri aspetti come l'origine degli ingredienti, i metodi di produzione, la stagionalità, la riduzione degli sprechi alimentari e i metodi di conservazione e cottura.
Oggi stiamo vivendo un'opportunità per avviare un cambiamento positivo in cucina ed ammettere di non sapere quanto scarsa sia la nostra conoscenza è il primo step verso il cambiamento.
"Io so di non sapere". Socrate sapeva bene da dove partire: la consapevolezza di non sapere è un invito a conoscere, ad indagare, a imparare, per conquistare la vera sapienza. Non soffoca dunque la ricerca, ma ne apre le strade.
Domenicantonio Galatá
Presidente Ainc
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